A Prato c'è una guerra

Michele Bonanno

5/9/20252 min read

Prato, e il suo distretto tessile, sono attualmente al centro di un’indagine giudiziaria che coinvolge la criminalità organizzata cinese. La cosiddetta “guerra delle grucce” rappresenta un conflitto tra gruppi imprenditoriali cinesi per il controllo del mercato degli appendiabiti, un settore che, nella provincia, vale circa 100 milioni di euro l’anno.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Prato e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno evidenziato una serie di reati gravi, tra cui tentato omicidio, estorsione, incendio doloso e associazione a delinquere di stampo mafioso. Un fatto emblematico è l’aggressione avvenuta il 6 luglio 2024 all’interno del night club “Number One” di via Scarlatti, dove un imprenditore cinese è stato accoltellato da cinque connazionali. La Procura ha chiesto il giudizio immediato per i responsabili, sottolineando la matrice mafiosa dell’azione.

Il modus operandi delle organizzazioni coinvolte include l’utilizzo di società “apri e chiudi” per evadere l’IVA e sfruttare manodopera irregolare, creando di fatto un sistema economico parallelo. Le autorità hanno riscontrato l’uso di incendi dolosi coordinati tramite dispositivi radiocomandati, come nel caso del triplice attentato del 16 febbraio 2025, che ha colpito capannoni a Prato, Seano e Campi Bisenzio.

La complessità del fenomeno è accentuata dalla difficoltà di configurare giuridicamente l’associazione mafiosa per organizzazioni criminali straniere. Tuttavia, la giurisprudenza italiana ha riconosciuto la possibilità di ritenere “giuridicamente mafiose” anche strutture criminali non autoctone, purché presentino i requisiti di intimidazione, assoggettamento e omertà.

La DDA ha ricostruito le linee gerarchiche di almeno tre gruppi criminali strutturati, i quali utilizzano un sistema coercitivo che unisce minacce fisiche a pressioni economiche per costringere le aziende concorrenti ad acquistare solo determinati tipi di appendiabiti. Alcuni testimoni hanno riferito che le società “protette” ricevono forniture sottocosto, mentre chi rifiuta l’accordo subisce danneggiamenti e pestaggi. Questo schema ha portato a un controllo quasi monopolistico del settore. Il fenomeno non è isolato. Gli investigatori hanno accertato ramificazioni in altri distretti produttivi italiani (come quello calzaturiero marchigiano) e collegamenti diretti con reti criminali cinesi attive in Spagna e Francia.

Vocabolario:

  • Estorsione: Reato, di chi, con violenza o minaccia, induca qualcuno a fare qualcosa contro la sua volontà.

  • Giudizio immediato: Procedimento penale speciale che si effettua quando ci sono delle prove immediatamente evidenti.

  • IVA: Imposta sul valore aggiunto.

  • DDA: Direzione distrettuale antimafia.

Le fonti che sono state consultate per scrivere questo articolo: