
Come funzionano le elezioni regionali?
Andrea Forlani
4/30/20252 min read
Nel 2025 saranno chiamate al voto sei Regioni: Valle d’Aosta, Veneto, Toscana, Campania, Puglia e Marche. Queste consultazioni arrivano a metà della legislatura avviata nel 2022, e saranno un importante test per le forze politiche. Come funzionano però queste elezioni?
Inizialmente, il sistema elettorale delle Regioni a Statuto ordinario era proporzionale, simile a quello nazionale. Nel 1995, con la “legge Tatarella”, è stato introdotto un sistema misto con elezione diretta del Presidente della Giunta regionale. Una riforma costituzionale del 1999 ha poi consentito alle Regioni a Statuto ordinario di disciplinare autonomamente il proprio sistema elettorale, nel rispetto di alcuni principi generali fissati dalla legge nazionale. Dal 2001, questa autonomia è stata estesa anche alle Regioni a Statuto speciale. Nel 2004, una nuova legge nazionale ha uniformato i principi fondamentali per tutti i sistemi regionali, superando la frammentazione precedente.
Attualmente, in tutte le Regioni italiane (ad eccezione della Valle d’Aosta) si vota contemporaneamente per il Presidente della Giunta e il Consiglio regionale. La maggior parte adotta un sistema proporzionale con premio di maggioranza e vige il principio del “simul stabunt, simul cadent”: se cade il Presidente, decade anche il Consiglio e viceversa.
Alcune Regioni permettono il voto disgiunto, mentre altre lo vietano. I premi di maggioranza e le soglie di sbarramento variano da Regione a Regione. Le Regioni a Statuto speciale hanno sistemi peculiari: ad esempio, la Valle d’Aosta mantiene un proporzionale puro, mentre il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige è formato dai Consigli delle Province Autonome di Trento e Bolzano.
Ogni Regione, pur seguendo le linee guida della Costituzione e della legge nazionale, adotta un proprio sistema elettorale, diverso da quello delle altre. Questo sistema è adatto per la diversità delle Regioni italiane, o sarebbe meglio avere un sistema elettorale unico, uguale per tutti?
Vocabolario:
Regioni a Statuto ordinario: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto.
Sistema proporzionale: sistema elettorale in cui i seggi vengono assegnati alle liste in proporzione ai voti ottenuti, garantendo una rappresentanza più equa delle diverse forze politiche.
Regioni a Statuto speciale: Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta.
“Simul stabunt, simul cadent”: letteralmente “insieme staranno oppure insieme cadranno”.
Voto disgiunto: possibilità per l’elettore di votare per un candidato Presidente e, contemporaneamente, per una lista collegata ad un altro candidato.
Premi di maggioranza: meccanismi che assegnano un numero aggiuntivo di seggi alla coalizione o lista vincente per assicurare una solida maggioranza in Consiglio.
Soglie di sbarramento: percentuali minime di voti che una lista o coalizione deve raggiungere per ottenere rappresentanza in Consiglio, allo scopo di limitare la frammentazione politica.
Fonti:
https://pagellapolitica.it/articoli/differenze-leggi-elettorali-regioni
https://www.amministrazioneincammino.luiss.it/wp-content/uploads/2024/07/MICHIELI.pdf
https://www.riformeistituzionali.gov.it/media/1372/dossier-leggi-regionali-web-14dic_def.pdf
https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2004;165