
Facebook, Instagram e WhatsApp a processo
Michele Bonanno
4/16/20252 min read
Meta, l’impresa che controlla, tra le altre cose, Facebook, Instagram e WhatsApp, è sotto processo. La ragione? Il fondato sospetto che la compagnia abbia violato una serie di norme sulla concorrenza; tra queste anche la legge cardine dell’ordinamento “anti-trust” statunitense, lo Sherman Antitrust Act del 1890.
Le accuse, mosse dalla Federal Trade Commission, l’autorità per la concorrenza degli Stati Uniti, fondano su circa 5 anni di indagini, e sono, essenzialmente, il monopolio sulla fornitura di servizi personali sui social network, il danneggiamento della concorrenza e quindi lo sfruttamento sleale della posizione di dominio acquisita.
I fatti oggetto del procedimento hanno due passaggi chiave, ovvero le acquisizioni da parte di Meta (al tempo nota come Facebook) proprio di Instagram e di WhatsApp, avvenute nel 2012 e nel 2014, rispettivamente per 1 e per 20 miliardi (circa) di dollari. Da queste incorporazioni, stando alle accuse, sarebbero conseguite tutte le violazioni di cui sopra.
Per la Federal Trade Commission, da intendersi come apparato portatore degli interessi pubblici degli Stati Uniti, Meta avrebbe costruito negli anni un monopolio circa i servizi personali sui social network, dominando sull’80% di quella parte di mercato che offre agli utenti la possibilità di scambiarsi dati sulla base delle proprie frequentazioni umane dirette, riferendosi, in soldoni, a tutti i servizi online che ci permettono di interagire con profili di amici, familiari, colleghi o compagni, proprio come si fa su Facebook, Instagram e WhatsApp.
La tecnica economica che Meta avrebbe illecitamente messo in atto è quella del “Buy or Bury”: acquistare direttamente una impresa competitor invece che “sotterrarla” con la propria crescita e attraverso ordinari usi economico-aziendali. Questa pratica, in astratto lecita, se accertata per il caso di specie, porterebbe ad una sostanziale volontarietà della costituzione del monopolio, aggravando le posizioni degli amministratori. Le prime prove presentate che si muovono in tal senso, offerte dalla FTC, sono due mail del 2012 e del 2013 di Mark Zuckerberg, dove il fondatore e CEO di Meta (ex Facebook) scriverebbe, nella prima dell’acquisto di Instagram come di una neutralizzazione di un concorrente, e nella seconda dell’eventuale acquisto di WhatsApp come di un risparmio economico rispetto ad un investimento nello sviluppo per la concorrenza diretta alla chat verde.
Il processo durerà circa 8 settimane. Seguiranno aggiornamenti.
Le fonti che sono state consultate per scrivere questo articolo: