
Risparmiare, investire: non si può attendere il “giusto momento”
Gabriele Grassilli
4/2/20252 min read


A volte quello che lo Stato può fare per noi è far sì che nulla (o il meno possibile) cambi. Soprattutto quando nel resto mondo l’incertezza e un apparente declino economico fanno da padroni.
Viene spontaneo pensare a tutto quello che potrebbe andare meglio. È invece meno naturale soffermarsi su quanto peggiore potrebbe essere la nostra situazione. Per questo motivo i dati economici di una Nazione vanno sempre paragonati con quelli di altri anni o di altri Paesi.
Viene spontaneo pensare a tutto quello che potrebbe andare meglio. È invece meno naturale soffermarsi su quanto peggiore potrebbe essere la nostra situazione. Per questo motivo i dati economici di una Nazione vanno sempre paragonati con quelli di altri anni o di altri Paesi.
È vero, ci avviamo verso una quasi-tempesta perfetta. I dazi minacciati da Trump possono piegare l’industria automobilistica europea. L’inflazione non sembra tesa a diminuire. Il proclamato disimpegno americano ci obbliga a spendere parte delle nostre risorse per difenderci militarmente. In momenti come questi viene da pensare che lo Stato dovrebbe intervenire per ribaltare tali tendenze negative. Ma forse questo è uno di quei casi in cui gli sconvolgimenti economici, dovuti a fattori esterni più che alle azioni del Governo italiano, sono destinati a generare conseguenze certamente nel lungo termine, ma soprattutto nel breve termine.
Questi shock danno luogo alla cosiddetta “stagflazione”, ossia il manifestarsi al contempo di inflazione e stagnazione economica, intesa come crescita economica ridotta, nulla o negativa. Una medio-piccola potenza economica come l’Italia non può certo sperare di invertire la rotta di tendenze con caratura globale. Può pensare a sé, cercando di attutire i colpi, rimanerne il meno danneggiata possibile. Un modo per farlo, che forse parla meno di altri alla pancia delle persone, è quello di garantire, nonostante tutto, una stabilità e progredire lungo la strada del risanamento dei conti.
Ciò si traduce in affidabilità, un asset che si costruisce a lungo nel tempo e che rappresenta il prerequisito perché i risparmiatori possano decidere di investire nella nostra economia.
Difatti, guardando più in là nel futuro, non basta garantire stabilità. Si rende necessario fare investimenti. Investire vuol dire difendersi dalla forte minaccia del declino economico con un contrattacco che sia ancor più aggressivo. Vuol dire non smettere di dedicare parte delle proprie risorse al futuro, anche quando intorno il mondo sembra crollare, anche quando si teme che parlare di ciò non possa farti vincere le prossime elezioni.
Il Governo attuale ha sempre perseguito la via della stabilità, tralasciando anche altre questioni come la sanità. È giunto ora il momento di costruire l’altra colonna portante del nostro futuro? È in tempi di incertezza che si dovrebbe prendere il rischio di dedicare parte delle nostre pur ristrette risorse a ciò che può rendere l’Italia dell’avvenire realmente competitiva? O è bene attendere “tempi migliori”?
Vocabolario:
Tempesta perfetta = Insieme di fattori negativi che si presentano contemporaneamente e che insieme generano un negativo contraccolpo economico.
Inflazione = Aumento del prezzo dei beni dovuto in questo caso ad un aumento del costo dell’energia. Riduce il potere d’acquisto delle famiglie.
Disimpegno americano = ipotesi avanzata da Trump di smettere di garantire, attraverso l’esercito americano, la difesa militare europea.
Shock economico = in italiano “scossa economica”, effetto negativo sull’economia di un Paese dovuto a fattori di vario tipo. Può generare repentini aumenti di prezzo o diminuzioni di quantità prodotte di determinati beni.
Asset = in italiano “attività finanziaria”, elemento su cui un soggetto investe perché sa che genererà competitività economica in un momento futuro.
Le fonti che sono state consultate per scrivere questo articolo: