
SPECIALE REFERENDUM: Il quarto quesito
SPECIALE REFERENDUM 2025
Michele Bonanno
5/27/20252 min read
Tra i cinque quesiti referendari su cui gli italiani si esprimeranno l’8 e il 9 giugno 2025, il quarto interviene su un aspetto cruciale della sicurezza sul lavoro: la responsabilità solidale negli appalti. Il quesito propone l’abrogazione di una norma introdotta nel 2022 che limita la responsabilità del committente nei casi di infortuni derivanti da “rischi specifici” dell’attività dell’appaltatore o subappaltatore.
Attualmente, la legge prevede che, in presenza di un appalto, il committente (cioè chi affida il lavoro) sia tenuto a verificare che l’impresa appaltatrice rispetti le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Questo controllo, tuttavia, è di tipo formale: non richiede un’ispezione diretta delle condizioni operative, ma si basa sulla verifica della documentazione. Ad esempio, il committente deve accertarsi che l’impresa abbia un piano di sicurezza adeguato, che i lavoratori siano formati e che siano in regola con l’assicurazione INAIL e con i contributi. Se questi documenti sono in ordine, e non emergono violazioni evidenti, il committente può considerarsi adempiente.
La norma del 2022 esclude la responsabilità del committente nel caso in cui l’infortunio sia legato a rischi “tipici” dell’attività svolta, a condizione che egli abbia eseguito questi controlli documentali. In altre parole, se un elettricista subisce una scossa lavorando in un cantiere, e il committente ha verificato che l’impresa fosse in regola, non può essere ritenuto responsabile, anche se il fatto è grave.
Il referendum punta ad abrogare questa esclusione, per ripristinare una responsabilità solidale piena tra tutti i soggetti della filiera: committente, appaltatore e subappaltatore. Secondo i promotori, ciò garantirebbe maggiore tutela ai lavoratori, spesso impiegati in contesti ad alta pericolosità, dove individuare il soggetto direttamente responsabile può essere difficile, e i risarcimenti rischiano di diventare incerti o inapplicabili, specie se l’impresa esecutrice è insolvente.
La logica della responsabilità solidale è quella di una “rete di garanzia”: il lavoratore danneggiato può rivolgersi a chiunque dei soggetti coinvolti nell’appalto per ottenere giustizia, lasciando poi a questi ultimi la possibilità di rivalersi tra loro.
Chi è contrario al quesito sostiene che mantenere l’esclusione prevista dalla norma del 2022 serva a evitare un’eccessiva esposizione legale per i committenti, soprattutto pubblici, che non hanno un controllo diretto sulle modalità operative dell’appaltatore. Attribuire una responsabilità automatica anche in assenza di colpa concreta, secondo questa visione, renderebbe più oneroso e rischioso affidare lavori a terzi.
Come in ogni referendum abrogativo, il cittadino potrà votare “Sì” per cancellare la norma e tornare alla responsabilità solidale piena, oppure “No” per mantenere la disciplina attuale. Il risultato sarà valido solo se si raggiungerà il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto.
Il quarto quesito tocca il cuore della questione della sicurezza nei luoghi di lavoro, in un Paese in cui, solo tra il 2021 e il 2024, quasi 5.000 persone hanno perso la vita mentre lavoravano.
L’estensione della responsabilità può essere utile? A parità di risorse impiegate, sarebbe meglio aumentare i controlli pubblici sui luoghi di lavoro?
Vocabolario:
Responsabilità solidale: situazione in cui più soggetti sono obbligati ad una determinata prestazione.
Committente: chi ordina un lavoro.
Appaltatore: chi riceve un appalto.
Subappaltatore: a chi viene affidato, in seconda sede, l’esecuzione di un appalto.
Appalto: Contratto col quale una parte assume, con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera.
INAIL: acronimo di Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, è l'ente pubblico che si occupa di assicurare i lavoratori contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Le fonti che sono state consultate per scrivere questo articolo:

