
Stato sociale: diritto e opportunità
Gabriele Grassilli
5/14/20253 min read
Possiamo non accorgercene, o talvolta darlo per scontato, ma noi Europei siamo fortunati. Diversamente da gran parte del resto del mondo, in Italia -e in Europa continentale- lo Stato garantisce una serie di servizi ai suoi cittadini.
Abbiamo un sistema sanitario e scolastico ampiamente sovvenzionati con denaro dello Stato, così come molte altre attività, quali assegni di sostegno alla maternità o pensioni di invalidità. In molti altri paesi del mondo, buona parte di queste garanzie sono ridotte o inesistenti. Ormai da quasi un secolo, malgrado cambiamenti, anche drastici, del nostro sistema economico, in Italia (e in Europa) siamo abituati ad uno Stato presente e attivo in Economia.
Le risorse che lo Stato impiega sono in larga parte destinate ai “servizi sociali”, i servizi e le prestazioni offerte ad ogni cittadino come garanzia di alcuni diritti sociali.
Il grande ammontare di risorse che circola dietro questi impieghi sottolinea l’importanza storica di questo istituto. Avere un sistema che consente anche ai cittadini più economicamente vulnerabili di condurre una vita almeno dignitosa è un’esigenza riconosciuta da larga parte delle società europee. Ed è senza dubbio questo uno dei motivi principali per cui nella storia, un certo tipo di diritti (e diritto vuol dire sempre “garanzia”), si sono affermati tanto fortemente.
Allo stesso modo, tuttavia, è vero che i servizi sociali non sono solo un obbligo che lo Stato deve al cittadino, ma sono anche uno strumento di cui lo Stato spesso dispone per poter sviluppare il proprio sistema demografico, economico e politico.
Cosa si intende dire con ciò? Si intende che, proprio perché lo Stato già deve sborsare grandi risorse per poter garantire il rispetto di suddetti diritti, allora può essere una mossa saggia cercare di architettare al meglio questi servizi sociali affinché possano non solo rappresentare una spesa, ma anche un investimento.
Investimento in cosa? Alesina e i suoi colleghi hanno fatto notare come nella storia la scuola sia sempre stata un elemento fondamentale per lo scopo di rendere patriottici e competenti i propri sudditi e lavoratori. Esping-Andersen ha altresì proposto, all’inizio di questo millennio, di usare le risorse deputate ai servizi sociali, soprattutto per sovvenzionare gli asili e tutte quelle attività che innalzano la qualità dell’educazione nei primissimi anni di vita del bambino, anni che la psicologia recente ha definito come i più importanti nel determinare il successo futuro del bambino da adulto nella propria carriera.
Quindi non solo un diritto, quello di star bene, ma anche un vantaggio, un ponte che, se percorso con il giusto spirito, può effettivamente consentire a chi ha di più, anche di raggiungere di più. Le nostre società spendono già troppo per garantire questi diritti o bisogna continuare così, magari rendendo strategiche queste spese per formare le generazioni del futuro?
Vocabolario:
Europa continentale: Termine solitamente utilizzato per intendere i Paesi europei ed escludere la Gran Bretagna, la quale presenta caratteristiche spesso diverse agli altri paesi europei, come in materia di ordinamento giuridico, modello economico e sistema politico.
Stato presente e attivo in Economia: Statalismo, sistema economico in cui lo Stato, più che le imprese private (grandi o piccole che siano), orienta l’economia del paese. In sistemi di tal fatta, lo Stato gestisce molte delle risorse che riguardano la vita dei cittadini. Non serve che un sistema sia “comunista” per essere considerato “statalista”. Molti dei sistemi che oggi consideriamo capitalistici e “a libero mercato” in realtà vedono e hanno sempre visto ampi potere e attività dello Stato nella pianificazione e redistribuzione delle risorse.
Diritti sociali: diritti di alcune categorie di cittadini, verosimilmente appartenenti alle classi sociali più povere che la legge garantisce. Possono variare. Fra i più noti: diritto ad una paga dignitosa, diritto all’istruzione, alla salute e al riposo.
Demografico: relativo al numero di cittadini che compongono una popolazione.
Le fonti che sono state consultate per scrivere questo articolo:
Marshall, T. H., and Tom Bottomore. Citizenship and Social Class. Pluto Press, 1992. JSTOR, https://doi.org/10.2307/j.ctt18mvns1. Accessed 9 May 2025.
Esping-Andersen, Gøsta (ed.), Why We Need a New Welfare State (Oxford, 2002; online edn, Oxford Academic, 1 Nov. 2003), https://doi.org/10.1093/0199256438.001.0001, accessed 9 May 2025.
Alberto Alesina & Paola Giuliano & Bryony Reich, 2021. "Nation-Building and Education", The Economic Journal, Royal Economic Society, vol. 131(638), pages 2273-2303.